La costa del Pacifico (Urania Jumbo) by Kim Stanley Robinson

autore:Kim Stanley Robinson [Robinson, Kim Stanley]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-09-06T12:00:00+00:00

7

La scorsa settimana è stata un incubo. Sono atterrato a Dulles e sono stato arrestato dall’Immigrazione. Messo su una lista, accusato di aver violato la legge Hayes-Green. Gli svizzeri devono averli avvertiti che stavo arrivando, con tanto di numero del volo e tutto. «Ma che significa?» ho urlato a un agente fin troppo zelante. «Sono un cittadino americano! Non ho violato nessuna legge!» È stato un così grande sollievo poter parlare nella mia lingua: tutto quello che si era accumulato nelle ultime settimane è venuto fuori in un attimo; ero furioso e gli ho urlato contro, e mi sono sentito così bene… ma è stato un errore, perché lui ha cominciato a odiarmi.

«È contro la legge sostenere il rovesciamento del governo degli Stati Uniti.»

«Ma che dice? Non ho mai fatto niente del genere!»

«È membro degli Avvocati californiani per l’ambiente, giusto? Ha lavorato per il Gruppo di azione legale socialista americano, giusto?»

«E allora? Non abbiamo mai chiesto altro che cambiamenti!»

Un sorrisetto di disprezzo, di odio. Ha capito che mi aveva in pugno.

Ho chiesto un avvocato, ma prima che arrivasse, mi hanno perquisito e mi hanno preso un campione di sangue. Mi hanno detto di restare nella contea. Il giorno dopo, mi è stato detto che ero positivo all’HIV. Sono certo che sia una menzogna, perché gli svizzeri fanno il test agli Ausländer ogni quattro mesi e non avevo mai avuto problemi, ma mi hanno detto di restare nella contea fino alle analisi successive. Con i miei beni trattenuti. E una possibile quarantena se il risultato fosse rimasto positivo.

Il mio avvocato dice che al momento la legge è in discussione. Nel frattempo, mi trovo in un motel vicino a casa sua. Ho chiamato Pam e lei ha suggerito di mandare Liddy dai parenti nella contea di Orange, in modo da potermi occupare meglio della mia situazione, qui. L’ho messa su un aereo questa mattina, mentre, poverina, piangeva chiamando la mamma e anche me. E ora devo aspettare due giorni che arrivino i risultati.

Devo lavorare. Devo. Nella biblioteca del quartiere ho trovato una vecchia macchina da scrivere. Il libro mi prende in giro: come puoi mai aspirare a me, tu piccolo verme schiacciato dai meccanismi della burocrazia? Ma devo comunque continuare. In un certo senso, è tutto ciò che mi resta.

Il problema di un corso adeguato della storia mi tormenta ancora. Non parlo dei miei problemi personali, ma della depressione economica, delle guerre, dell’epidemia dell’AIDS (paura). Ogni giorno tutto va sempre peggio. Il millennio è iniziato da dodici anni, forse gli apocalittici hanno sbagliato i calcoli per difetto, troppo presi dai numeri. Forse servirà solo un altro po’ di tempo perché finisca il mondo.

A volte rileggo ciò che ho scritto, pieno di rabbia. Per loro è tutto così facile. Oh, poter essere davvero quel narratore, starmene seduto a scrivere con freddo e ironico distacco di singoli personaggi e delle loro piccole vite, perché quelle vite avevano davvero importanza! L’utopia è il luogo in cui le nostre vite hanno importanza. Lo vedo scrivere sulla

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